Nobili Calabresi

ELENCO GENERALE
DELLE
CASATE CALABRESI
FORMALMENTE RICONOSCIUTE DALLO STATO ITALIANO


(famiglie nobili calabresi i cui titoli nobiliari e predicati feudali siano stati formalmente riconosciuti dal Regno d'Italia, nonchè dall'attuale Repubblica Italiana, quest'ultima ai sensi del secondo comma della quattordicesima disposizione transitoria e finale della costituzione Repubblicana, per la quale i predicati nobiliari esistenti prima del 28 ottobre 1922 vanno come parte del cognome sulla carta di identità).



ELENCO



RODINO'



Titoli: nobile, barone di Miglione, predicato di D’Acrari Migilione

Dimora: Napoli, Polistena, Calabria

Motto: “In virtute Robur”

Antica e nobile casata famiglia ritenuta di origine greca. Trarrebbe la sua origine da un familiare dell'Imperatore di Costantinopoli Andronico I Comneno (imperatore dal 1183 al 1185), Baldassarre, di cui peraltro non si hanno precise notizie. Suo figlio Demetrio si sarebbe stabilito in Francia nel secolo XIII, probabilmente nel periodo dell'Impero latino successivamente alla conquista di Costantinopoli da parte dei crociati nel 1204; il nipote di Demetrio, Giulio Cesare, sarebbe venuto in Italia, milite di Carlo I d'Angiò, nel 1265 prendendo successivamente dimora in Calabria. Le prime notizie documentali della presenza della famiglia in Calabria risalgono ad un Antonino Rodinò che possiede terreni a Galatro nel 1422 (Atto del notaio M. Condursi "de Castronovo" del 15 giugno 1432, nella Biblioteca comunale di Polistena, Archivio Milano Franco d’Aragona, pergamena 1). Nel XVI secolo la troviamo emergere tra le famiglie notabili di San Giorgio e Polistena, marchesato dei Milano, nell’allora Calabria Ultra (come ci dice Gerolamo Marafioti, Croniche et antichità di Calabria, Padova 1601, pag 114b) ed è con la fine di questo secolo che inizia l’albero genealogico documentato. Vincenzo Rodinò, teologo dell’Ordine domenicano e padre baccelliere del Convento di San Giorgio, fu coinvolto sia pure marginalmente nella congiura di Tommaso Campanella. Il ramo principale della famiglia trae origine dal fratello di Vincenzo, Francesco, dottore in utroque jure e ‘razionale per la Calabria ultra e mediana’, che nel 1593 ebbe l’investitura del feudo nobile di Aracri-Celano o Miglione - sito tra i territori di Polistena e Cinquefrondi – rimasto in possesso della famiglia fino all’eversione della feudalità. Conseguentemente la famiglia Rodinò è stata iscritta al Registro delle famiglie feudatarie da duecento anni del Regno di Napoli ( cfr. Francesco Bonazzi, I Registri della Nobiltà delle Province Napoletane, Napoli 1879, pagg. 46-47) alla formazione di esso nel 1803, nelle persone di Luigi Rodinò (1759†1829) e dei figli Giovan Francesco(1787†1844), Fortunato (1788†1829), Giulio Antonio (1789†1827), Giovan Michele (1791†1826) ed Angelo (1792†1815), e successivamente nel 1851 con Luigi (n. 1811) figlio di Giovan Francesco, e i figli Giovan Francesco (1838), Carmelo (1840), Giulio Cesare (1842), Antonio (1844) e Giovanni (1850.)

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

ARMA: partito, nel primo d’oro alla mezz’aquila al naturale col volo abbassato, coronata di nero, uscente dalla partizione; nel secondo di verde, con in capo tre rose d’oro disposte 1-2 ed in punta due rami d’alloro posti in decusse, pure d’oro.






Ritratto di Giovan Francesco Rodinò, barone  di Miglione (1787-1844)






Ritratto di Luigi Rodinò barone di Miglione (1811-1880) in uniforme di Corte,
opera di Giuseppe Mancinelli  (1860 circa)






Giovan Francesco (1838†1913), barone di Miglione






Giulio Rodinò di Miglione (1875 † 1946), Vice Presidente della Camera









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